Enrico Carloni, I codici di comportamento e la responsabilità disciplinare

Autore: | Rubrica: Questioni | 461 Visite No comments

Abstract

A dieci anni dalla riforma “anticorruzione”, che ne ha rilanciato il valore, il tema dei “codici di comportamento” non perde attualità e continua a presentare versanti inesplorati e potenzialità inespresse. È ora in particolare la nuova stagione di codici, che le amministrazioni stanno sviluppando in attuazione delle nuove Linee guida dell’ANAC, del 2020, a suggerire di approfondire alcune questioni rilevanti per l’efficace e innovativo sviluppo di “doveri” dei dipendenti pubblici: il ruolo e la funzione dei codici decentrati, la ratio di fondo dello strumento, la valenza disciplinare dei codici di comportamento, in ultima istanza la stessa possibilità (e utilità) di redigere un “decalogo” del buon funzionario pubblico.

Abstract (english)

Ten years after the “anti-corruption” reform, that provides for them, the issue of “codes of conduct” does not lose its relevance and continues to present unexplored aspects and unexpressed potential. The new season of codes, which the administrations are developing in implementation of the new ANAC Guidelines, of 2020, is now in particular, to suggest to investigate some relevant issues for the effective and innovative development of “duties” of public employees: the role and function of decentralized codes, the underlying rationale of the instrument, the disciplinary value of the codes of conduct, ultimately the very possibility (and usefulness) of drawing up a “decalogue” for a good public official.

 

 


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