LESSICO DI ETICA PUBBLICA – ANNO V Numero 1/2014 – ISSN 2039-2206

Abstract

Il presente numero monografico rappresenta la continuazione del numero precedente e raccoglie una seconda parte degli interventi di alcuni relatori e borsisti della VI Edizione della Summer School Cespec, dedicata al tema “Le sfide della crisi. Economia, religioni e valori nella società della contrazione” e tenutasi tra il 17 e il 21 settembre 2013 a Cuneo, Savigliano e Alba. La sesta edizione della scuola estiva del Cespec ha approfondito, a partire dal rapporto tra religioni e sfera pubblica, la questione della crisi economica e le sfide che ne scaturiscono per un ripensamento degli assetti della società contemporanea. Tenuto conto degli innumerevoli profili teorici all’interno di cui ha luogo il dibattito pubblico sulla crisi, la Summer School si è concentrata sui differenti modelli antropologici, etici e filosofici che rendono possibile l’analisi della situazione economica e sociale odierna. Nel numero precedente il filo conduttore dei singoli saggi è stato il rapporto tra economia e religione, affrontato sia da un punto di vista storico che da un punto di vista propriamente teoretico. In questo nuovo numero, invece, le questioni teoriche riguardanti la crisi economica, che sta condizionando la realtà europea e internazionale, sono messe in relazione ad alcuni aspetti pratici della nostra società, di modo da far emergere nel modo più chiaro possibile l’ausilio che la filosofia, la sociologia, l’etica pubblica, ecc. possono offrire all’economia e alla politica.

Il numero monografico è introdotto dal contributo di Jean Robelin, il quale ricostruisce il contesto economico-filosofico in cui è sorta la crisi economica. In particolare, egli si sofferma sull’idea che il modello stesso dell’economia abbia funzionato come un’ideologia volta a favorire l’innesco della crisi nello stesso momento in cui serviva le pratiche del capitale finanziario. A partire da tale considerazione, Robelin fornisce un quadro teorico molto ricco, che introduce l’argomento dei saggi successivi.

Alessandro Casiccia si sofferma sul rapporto che lega il capitalismo, così come è stato declinato nel corso degli ultimi decenni, alla drammatica crisi lavorativa che colpisce soprattutto le generazioni più giovani. Mettendo in evidenza come l’accelerazione delle operazioni finanziarie sia indirettamente proporzionale a quella della ripresa della produzione industriale, Casiccia mostra come la sopravvivenza dei sistemi di produzione classici sia considerata generalmente una sorta di “attrito”. La sua analisi, nel toccare i temi della precarietà e nel mostrare il carattere obsoleto di alcuni consolidati meccanismi relativi al rapporto tra economia, politica e lavoro, prova a tracciare alcuni percorsi teorici in grado di aprire prospettive future meno inquietanti.

Amedeo Cottino affronta da un punto di vista prevalentemente sociologico la delinquenza dei colletti bianchi e la sua incidenza sull’economia della società italiana. Facendo ricorso ad alcuni esempi piuttosto celebri in Italia, come il caso Parmalat, il saggio di Cottino chiarifica quella strategia razionale, spesso fondata su una deprecabile solidarietà di classe, che mira a ridimensionare la gravità di questa forma di delinquenza e a proteggerla sul piano penale, trasformando il reato in un semplice comportamento disonesto.

I saggi di Giuseppe Berta e Lorenzo Sacconi affrontano il tema della crisi economica da un punto di vista più specialistico, mettendo in luce quelle articolazioni interne al mondo dell’economia che hanno determinato la situazione sociale odierna. Berta mostra il cambiamento di paradigma relativo al modello di crescita adottato e le conseguenze sulla crisi economica di tale cambiamento. Sacconi, invece, pone l’attenzione sul modello di impresa fondato sul principio della “massimizzazione del valore per gli azionisti” (shareholder value) e sulle possibili alternative a tale modello.

Mario Signore traccia un filo rosso che unisce l’antropologia, l’etica e l’economia. L’autore, nel suo saggio, si appoggia ad alcune teorie filosofiche che hanno avuto grande risonanza nel XX secolo, quale – per esempio – la teoria della complessità, per mostrare come qualsiasi soluzione in campo economico non possa mai eludere la comprensione dell’uomo nella sua interezza e le peculiarità dell’etica occidentale.

I contributi dei borsisti (Andrea Racca, Marco Carniello, Timothy Tambassi) e di alcuni altri giovani studiosi (Marco Damonte, e Gabriele Vissio) ampliano le prospettive aperte dai contributi dei relatori della VI Edizione della Summer School Cespec, conducendo su un piano multidisciplinare le problematiche che ineriscono al rapporto tra la crisi economica e i comportamenti sociali specifici di questi primi decenni del XXI secolo.

Davide Sisto


INDICE GENERALE

Davide Sisto
Presentazione e Abstracts

Sezione QUESTIONI: Le sfide della crisi. Parte II. Economia e società

Jean Robelin
La crisi del capitalismo e le sue spiegazioni

Alessandro Casiccia
Lavoro, tempo, equilibri mutanti

Amedeo Cottino
Disonesto, sì, ma non criminale

Giuseppe Berta
La crisi del modello di sviluppo italiano

Lorenzo Sacconi
Il modello d’impresa all’origine della crisi e l’alternativa dell’impresa socialmente responsabile

Mario Signore
Antropologia – etica – economia. Alla ricerca della relazione perduta

Sezione RICERCHE

Andrea Racca
La crisi colpisce i valori? La questione della dignità umana e il caso ungherese

Marco Carniello
Economia e spirito nell’«età del mondo finito». Ripensare la crisi con Paul Valéry

Timothy Tambassi
Filosofia, Fabbisogno, Libertà. Due modelli a confronto

Gabriele Vissio
Il sentiero smarrito. Note su di uno “stile” illuminista

Marco Damonte
Il Dono nella recente Dottrina sociale della Chiesa

Sezione RECENSIONI

Camilla Cupelli
M. Giorda, S. Palmisano, M. G. Turri (a cura di), “Religioni & Economie. Idee ed esperienze”


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